Si chiamava "Zyklon-B", veniva trasportato in barattoli sigillati sotto forma di granuli, ed era un potente insetticida e antiparassitario cianogenetico con cui i tedeschi nazisti hanno sterminato oltre un milione e mezzo di ebrei, rom e omosessuali nel campo di sterminio di Aushwitz nel sud della Polonia fino a quando i soldati russi, il 27 gennaio del 1945, riuscirono a liberare quei pochi superstiti che fortunatamente hanno avuto modo raccontare al mondo intero quello che era successo in quel terribile lager. Oggi, a 72 anni da quella liberazione, vogliamo e DOBBIAMO ricordare quella orribile mattanza di esseri umani che hanno perso la vita nel modo più atroce che si potesse mai immaginare.
Funzionava così. I deportati raggiungevano il campo di Aushwitz-II (Birkenau) accalcati per giorni nei freddi vagoni di un treno merci, senza acqua, senza cibo e senza nemmeno i servizi igienici. Poi venivano fatti scendere e subito veniva fatta una prima selezione. Gli invalidi, gli ammalati e gli anziani venivano immediatamente separati dagli altri per raggiungere le "docce", ovvero i capannoni dove venivano immediatamente sterminati col gas (acido cianidrico) per poi essere bruciati nei forni crematori. Gli altri venivano marchiati con un numero inciso sulla pelle con un rudimentale tatuaggio. Questi venivano poi condotti in altre aree del campo di sterminio e subivano ulteriori selezioni. Quelli più forti e in salute venivano costretti a lavorare per spostare, ammassare e bruciare i corpi delle vittime, altri venivano utilizzati come cavie per esperimenti condotti da alcuni medici, fra i quali c'era anche Josef Mengele, un giovane medico nazista che fu presto soprannominato "il dottor morte". Questo medico riuscì a scappare dal campo di sterminio prima dell'arrivo dell'esercito russo e si rifugiò in sud America dove per molti anni continuò a contemplare i risultati sei suoi macabri esperimenti con cui straziava e mutilava i corpi delle sue vittime che in genere selezionava personalmente. E quando si accorgeva che il suo esperimento era ormai concluso li ammazzava con una iniezione di fenolo direttamente al cuore.
Quando i soldati russi arrivarono alle porte di Aushwitz non potevano immaginare cosa fosse accaduto in quel posto nel corso degli ultimi anni, non capivano perché il colore della neve era sempre più grigio e il motivo per cui nell'aria c'era un forte odore acre man mano che si avvicinavano al campo. Poi quando sono entrati si sono trovati davanti a migliaia di superstiti straziati dalla fame e dalla paura, nonché a uno spettacolo che superava qualsiasi immaginazione, anche quelle più terrificanti! Mai nessuno avrebbe potuto immaginare un massacro di questa portata, un genocidio che neanche una mente criminale malata avrebbe potuto concepire. E' per questo che DOBBIAMO ricordare... SEMPRE!
Era il 13 gennaio del 2012. La Costa Concordia, la più grande nave da crociera della Marina mercantile italiana di quei tempi e appena partita da Civitavecchia per una lunga crociera nel Mediterraneo, naufragò sulla costa dell'isola del Giglio dopo aver urtato contro uno degli scogli de "Le Scole" per un errore di manovra. Furono 32 le vittime, delle quali 30 furono recuperate nei giorni successivi all'incidente.
Il Comandante Francesco Schettino per quel drammatico evento fu condannato in appello a 16 anni di reclusione per lesioni colpose, naufragio e abbandono della nave. Il relitto fu recuperato solo dopo un anno e mezzo, il 17 settembre del 2013, con un intervento di "parbuckling", ovvero di riassetto della posizione di navigazione, costato alla Costa Crociere circa 100 milioni di euro.
Le operazioni di rigalleggamento del relitto furono completate il 23 luglio del 2014, dopodiché fu trainato da tre rimorchiatori oceanici al porto di Genova (area Prà-Voltri) per iniziare lo smantellamento e la successiva demolizione. Alla rabbia per aver perduto uno dei gioielli della flotta civile italiana per uno stupido errore dell'equipaggio si è contrapposto l'orgoglio dell'ingegneria italiana che ha saputo recuperare un relitto così imponente che altrimenti sarebbe rimasto incagliato in uno dei posti più esclusivi della costiera italiana.
Di questo immane disastro vorrei ricordare la figura del Comandante Gregorio De Falco, che intimò senza troppi complimenti al Comandante Schettino di risalire a bordo per assistere i naufraghi e che fu trasferito ad altro incarico invece di prendersi un encomio, l'ex capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, che ha saputo coordiare magistralmente tutte le operazioni di salvataggio, oltre che quelle finalizzate al recupero del relitto, e l'Ing. Nick Sloane per aver diretto magistralmente tutte le operazioni che hanno consentito di raddrizzare la nave e di rimetterla in condizione di galleggiare. Infine vorrei ricordare le 32 vittime che erano partite per godersi una bella vacanza nel Mediterraneo e che invece hanno perso la vita.
Perché buttare quello che si può riparare? Il governo svedese è intenzionato ad incentivare l’economia artigianale, mostrando come dalle buone pratiche tutti possano ottenere un guadagno tangibile. Come? Predisponendo delle agevolazioni fiscali per quanti decideranno di riparare gli oggetti rotti anziché trasformarli in rifiuti. La proposta di legge, introduce nuove misure fiscali a favore del recupero di abiti, calzature, bici ed elettrodomestici. "In questo modo siamo convinti di poter abbassare notevolmente i costi e quindi rendere economicamente più razionale la scelta di riparare la merce", ha spiegato Per Bolund, il Ministro svedese delle Finanze.
L’idea contenuta nella proposta normativa è quella di tagliare l’aliquota IVA sulle riparazioni di biciclette, vestiti e scarpe dal 25% al 12% e si introdurrebbe la possibilità di chiedere un rimborso del costo delle riparazioni di elettrodomestici quali frigoriferi, forni, lavastoviglie e lavatrici, da scaricare dall’imposta sul reddito. Per Bolund la misura ridurrebbe di oltre il 10% le spese sostenute, stimolando il mercato nazionale del recupero. Alla faccia di quelli che tentano di spaventare la gente con la parola "deflazione", gli economisti su questo sono dei veri maestri, oltre che portatori di sfiga e di guai. Se la maggior parte dei Paesi industrializzati si è inchinata alla "globalizzazione" voluta dagli industriali e dai banchieri per aumentare al massimo la loro ricchezza (a scapito di quella del popolo), in Svezia hanno capito che l'artigianato può veramente salvare il pianeta dai rifiuti. Inoltre, in questo modo si eliminano gli spechi e si creano inevitabilmente migliaia di nuovi posti di lavoro... Lavoro serio, lavoro vero... non lavoro coi voucher!
Gli incentivi sono parte degli sforzi del governo per ridurre la propria impronta di carbonio. Nonostante, complessivamente, la Svezia abbia già ridotto del 23% le proprie emissioni di CO2 (rispetto a valori del 1990), quelle legate al consumo hanno continuato a crescere. "Le emissioni dei gas serra che influenzano il clima sono in diminuzione, ma quelle da consumo sono in aumento - afferma Bolund - ma assistiamo ad un crescente interesse verso un consumo più sostenibile da parte del consumatore svedese e questo è un modo con cui il governo può renderlo più accessibile". La proposta è già stata presentata e approvata a dicembre dal Parlamento svedese come parte del disegno di legge sul bilancio di governo e diventerà legge fra pochi giorni, dal 10 gennaio 2017.
Spero che il nuovo anno sia molto ma molto migliore di quello precedente. Un pensiero speciale per i terremotati di Amatrice e del centro Italia, per gli indigenti che non hanno nemmeno una casa e che tutte le notti rischiano di morire di freddo, ai malati che hanno passato il capodanno su un letto di ospedale, e anche per tutti quelli che hanno perso il lavoro e che non sanno come fare per dare da mangiare ai propri figli... Tutto questo alla faccia di tutti quegli "imbecilli prezzolati" che hanno contribuito a creare questa vergognosa situazione in Italia. Buon 2017 a tutti!